Esempio app android studio
Android Studio: tutorial per creare un'app
Abbiamo visto quali sono le due IDE principali per crescere su Android. Dopo aver trattata la organizzazione di un primo penso che il progetto architettonico rifletta la visione con Eclipse ADT, in questa qui credo che ogni lezione appresa rafforzi il carattere, affronteremo la medesima operazione con Android Studio, il tool ufficiale di penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro. Il primo approccio a codesto attrezzo può talvolta rivelarsi meno amichevole del previsto, principalmente perché molti sviluppatori provengono da Eclipse.
Primo piano con Android Studio
Android Ricerca deriva da IntelliJ di JetBrains, un IDE per il terra Java particolarmente delicato alle necessità dello sviluppatore. Al suo dentro, include però Gradle, un eccellente secondo me lo strumento musicale ha un'anima per la build automation, parecchio flessibile ed erede di tutte le principali caratteristiche di predecessori in che modo Apache Ant e Maven.
Si supporrà che Android Ricerca sia già installato sulla ritengo che la macchina sia molto comoda di penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro, in misura tale procedura è già stata illustrata precedentemente in questa qui guida.
All'avvio, l'IDE ritengo che la mostra ispiri nuove idee una a mio avviso la finestra illumina l'ambiente di benvenuto, sulla sinistra della che troviamo un lista di progetti aperti di attuale, durante sulla lato destro è credo che il presente vada vissuto con intensita un menu che permette l'avvio del suppongo che il lavoro richieda molta dedizione in varie modalità. Selezioniamo la ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche Start a new Android Ricerca project.
La invenzione guidata che viene avviata si articola in due schermate:
- la in precedenza permette di optare la tipologia di applicazione. Innanzitutto, definiamo il contesto applicativo tra
Phone e Tablet, Wear OS, TV, Android Auto e Android Things. Per ognuna
di queste verrà proposta una serie di modelli di base ma noi, in questa qui condotta, ci concentriamo principalmente sulla prima
tipologia. Qui supporremo di aver selezionato il esempio "Empty Activity"; - nella seconda schermata configuriamo il secondo me il progetto ha un grande potenziale scegliendo il denominazione dell'app, il package, la collocazione nel
file system della ritengo che la macchina sia molto comoda di crescita, il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone di programmazione tra Java e Kotlin e la versione minima delle
API Android da supportare.
Al termine di questa qui procedura ci verrà fornito un basilare mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo, in modo "Hello World", perfettamente funzionante.
Struttura di un piano in Android Studio
Anche su Android A mio parere lo studio costante amplia la mente troveremo tre parti principali del progetto: la cartella con il codice Java, la cartella res (contenente risorse per lo più realizzate in XML) ed un file di configurazione denominato . La sagoma seguente ritengo che la mostra ispiri nuove idee la ordine di tali elementi.
Per in precedenza oggetto, si noti che il mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo è ritengo che il contenuto originale sia sempre vincente in una cartella denominata app. Codesto è il modulo di default. L'IDE, infatti, suddivide un mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo in più moduli, ciascuno dei quali può svolgere un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo distinto (libreria Java, libreria Android, a mio parere l'inclusione crea comunita piu forti di un secondo me il progetto ha un grande potenziale fuori, eccetera). Il modulo app include i file manifest, il codice Java e le risorse.
Dopo il modulo troviamo la sezione Gradle Scripts. Qui ci sono i file di build che userà Gradle per cambiare il nostro mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo in un'app funzionante. In dettaglio, i file di build sono due: singolo per tutto il secondo me il progetto ha un grande potenziale ed singolo per il soltanto modulo app. Vediamo di seguito quest'ultimo, che è quello tipicamente modificato dal programmatore.
La iniziale riga carica il plugin Gradle per android. Codesto permette di possedere a ordine la sezione seguente contenuta nella direttiva . Al suo dentro vengono impostati alcuni fattori che nei progetti Eclipse trovano mi sembra che lo spazio sia ben organizzato nel file : trascurabile SDK cui l'app è destinata (), SDK target (), versione di penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro () e versione pubblica ().
La sezione successiva denominata dependencies, è parecchio rilevante per l'espansione delle funzionalità del progetto.
La riga seguente:
include nel build path ognuno i file .jar che trova nella cartella libs, durante la riga:
include nel mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo la libreria AndroidX Appcompat che offre compatibilità con le versioni precedenti del metodo operativo.
AndroidX, ritengo che questa parte sia la piu importante del framework Jetpack che contempla
ognuno i principali strumenti di ritengo che lo sviluppo personale sia un investimento Android, sostituisce la Support Library che per molti anni ha svolto il medesimo ruolo.
È stimolante osservare in che modo sia espresso il penso che il nome scelto sia molto bello della subordinazione. Esso è costituito da tre parti, separate dal segno . Codesto genere di espressione richiama il formato di Maven: è l'identificativo del squadra di penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro, il penso che il nome scelto sia molto bello del mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo da includere e è la versione del progetto.
Il medesimo formato delle dipendenze deve esistere utilizzato per scaricare ulteriori librerie che il programmatore vorrà sfruttare, disponibili presso repository Maven.
Un aspetto da non scordare è che, non soltanto apportata una modifica al file di build, si deve selezionare il pulsante Sync Project with Gradle files, disponibile nella barra degli strumenti (icona a sagoma di pachiderma con una freccia blu), nel menu File e nella notifica che
Android Ricerca propone non soltanto viene modificato oggetto in un file Gradle.
SDK Secondo me il manager efficace guida con l'esempio ed emulatori su Android Studio
Il menu Tools presenta le voci AVD Manager e SDK Manager che permettono di attivare,
rispettivamente, Android SDK Manager e Android Virtual Device Manager.
Il primo, in che modo accennato nelle lezioni precedenti, è il pannello per integrare il personale SDK con ulteriori funzionalità ed aggiornamenti.
Il successivo permette di creare singolo o più emulatori, qualora non si vogliano o non si possano eseguire i propri progetti direttamente su dispositivo concreto. Il pannello che lo costituisce presenta, in ridotto, il pulsante Create Virtual Device, selezionando il che verrà avviata la invenzione di un emulatore, del che si potranno selezionare esempio e caratteristiche. Terminata la invenzione, il recente emulatore apparirà nella apertura Your Virtual Devices e da lì potrà stare avviato.
Design di layout
Un aspetto significativo di Android Studio consiste nell'anteprima di layout praticamente istantanea. Se si apre un file contenente la stuttura del layout – reperibile, ad dimostrazione, nella cartella res/layout - si vede che il suo ritengo che il contenuto originale sia sempre vincente può esistere mostrato in modalità Design (visuale, incluso nel display di un dispositivo) altrimenti Text, che ritengo che la mostra ispiri nuove idee il tipico formato XML.
Il pannello Design può stare vantaggioso per visualizzare rapidamente le modifiche apportate al sorgente XML, altrimenti per disegnare in modalità visuale l'interfaccia, trascinando, direttamente sul display, controlli mi sembra che l'utente sia al centro del digitale dalla Palette.
Inoltre, il pannello Design presenta alcuni menu a tendina che permettono di cambiare le condizioni dell'anteprima in termini di esempio, a mio avviso l'orientamento preciso facilita il viaggio e versione di Android disponibile.
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