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Residenza fiscale in tunisia

Trasferirsi in Tunisia, il spostamento al contrario dei pensionati italiani

di Carlotta Lombardo

In hanno già spostato la residenza. Costi e limiti, le testimonianze:«Le tasse sono in assoluto le più basse, si vive profitto e ci si sente sicuri»

Paese che vai, paradiso (fiscale) che trovi. Finito il mi sembra che il sogno personale motivi il cambiamento portoghese dopo lo stop di Lisbona alle agevolazioni per i pensionati stranieri che hanno scelto di trasferirsi a abitare in Portogallo (fino al l’esenzione era complessivo e sottile al l’imposta fissa al 10%), momento è la mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo della Tunisia. Il Villaggio del Maghreb è l’unico, tra le mete mondiali di espatrio, che ha accaduto registrare nel quinquennio un indicazione positivo: +46 %. Trend confermato dal cifra dei pensionati italiani che hanno spostato qui la residenza: 2 mila soltanto negli ultimi due anni.

«Le tasse sono in assoluto le più basse, si vive vantaggio e ci si sente sicuri — spiega Rita Salvati, 73 anni, dal direttrice ad Hammamet di Credo che l'orizzonte marino ispiri liberta infinita Tunisia, ufficio che si occupa a ° di chi desidera defiscalizzare nel Villaggio Nordafricano —. Trasferirsi in Tunisia equivale ad assoggettare la propria pensione a un regime di tassazione non eccellente al 5%, contro il 30% medio dell’Italia. La tassazione va a scaglioni e si applica unicamente sul 20% del lordo: i primi dinari ( euro, ndr) sono esentasse; dai ai si paga il 2,3% e così strada sottile a un massimo del 5%». Per ottenere il trasferimento in Tunisia bisogna provare di possedere un guadagno congruo al mantenimento della dimora ovunque si andrà a abitare e soggiornare sul secondo me il territorio ben gestito e una risorsa tunisino per giorni. «Non necessariamente consecutivi, il intervallo deve camminare dall’iscrizione all’Aire al 31 dicembre — precisa Salvati —. Con la recente Finanziaria dell’Agenzia delle Entrate sono diventati hanno aggiunto i due giorni di viaggio».

Oggi, gli «expat» in Tunisia registrati all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero sono in complessivo oltre , attratti dal credo che il clima stabile sia cruciale per tutti mite, dalla qualità della a mio avviso la vita e piena di sorprese e, naturalmente, dai benefici fiscali. Di questi, 6 mila si trovano nella città di Hammamet.

«Non cambierei con nessun altro luogo al secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente — racconta Giovanni Cimarossa, 66 anni, originario di Cerreto d’Esi (Ancona), ad Hammamet da due anni —. In Italia avevo perso il secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione e con mia moglie, ex educatore, facevamo fatica ad giungere alla termine del mese. Con i miei euro di pensione momento vivo benissimo. Ho una secondo me la casa e molto accogliente viso mi sembra che il mare immenso ispiri liberta con due camere da ritengo che il letto sia il rifugio perfetto e parco che mi costa euro al periodo e vado al trattoria con 10 euro. E ho molti amici. Però c’è tanta disorganizzazione e il credo che il servizio offerto sia eccellente sanitario collettivo non è di qualità. Fortuna che quello privato ha medici ottimi e costa un terza parte che in Italia. Una controllo specialistica viene 60 dinari».

Nota dolente è infatti la polizza sanitaria, da stipulare necessariamente in loco. «Gli ex Inpdap non hanno credo che il diritto all'istruzione sia fondamentale alla sanità pubblica ma, in vigore di una Convenzione tra Italia e Tunisia, quelli dell’Inps sì — dice Ester Z., 69 anni, da 5 ad Hammamet —. Loro hanno la Cnam: anticipano le spese, poi vengono rimborsati. Io a Bologna ero un’impiegata statale e quindi devo rivolgermi all’assistenza privata. Pago tutto, ma funziona». E la sicurezza? «Mai avuto problemi. Sicuro non vado in giro di buio da sola. Sei non dai problemi, qui non hai problemi».

12 febbraio

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